Annunciazione e i Santi Ansano e Massima
La tavola datata 1333 e firmata da Simone Martini e suo cognato Lippo Memmi, fu eseguita per l’altare di Sant’Ansano posto nel transetto del Duomo di Siena, e dedicato alla Vergine Assunta.
L’apparizione dell’angelo avviene improvvisa, lo si vede svolazzare il mantello della Vergine, essa ne è turbata si ritrae nel mantello come a voler cercare una protezione, l’ambiente in cui si svolge la scena non è ben definito, ma i pochi elementi come il pavimento marmoreo, il seggiolone riccamente intagliato, le stoffe preziose e il libro che Maria stava leggendo prima dell’apparizione, sono riconducibili allo stile di vita seguito nel Trecento dai ceti più agiati. In alto al centro della scena è raffigurato lo Spirito Santo in forma di colomba circondato da angeli ed allineato al vaso di gigli, simbolo del figlio di Dio e della purezza di Maria. Ai misteri dell’ Incarnazione alludono i cartigli sorretti dai profeti: Geremia, Ezechiele, Isaia e Daniele mentre ai lati dell’Annunciazione sono raffigurati il martire Ansano che reca il vassillo con i colori di Siena di cui era uno dei Santi Patroni, e una santa martire forse Massima, madre di Ansano. L’iscrizione ai suoi piedi, che è stata identificata con Giuditta, è stata ritenuta dai critici e storici dell’ arte falsa.
E’ invece originale l’iscrizione che indica gli autori della pala d’altare, sono i senesi Simone Martini e Lippo Memmi, sebbene la critica d’arte tenda ad attribuire a Simone la gran parte dell’ideazione e dell’esecuzione di questo raffinatissimo dipinto. Questa pala d’ altare è uno dei capolavori del Trecento in Europa, Simone Martini fu amico del poeta Francesco Petrarca e attivo per i committenti illustri come gli Angiò e la corte papale di Avignone. Simone Martini condivise la bottega con Lippo Memmi, con il quale era imparentato avendone sposato la sorella.